Auschwitz spiegato a mia figlia by Annette Wieviorka

Auschwitz spiegato a mia figlia by Annette Wieviorka

autore:Annette Wieviorka [Wieviorka, Annette]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858413999
editore: Einaudi
pubblicato: 2018-01-11T05:00:00+00:00


Note all’edizione italiana

Le note all’edizione italiana sono a cura di Frediano Sessi eccetto quelle indicate dalla sigla N. d. T.

1 Quest’espressione designa nella lingua familiare il Velodromo d’Inverno, cfr. p. 7 [N.d.T.].

2 Simbolo giudaico costituito da una stella gialla a sei punte [N.d.T.].

3 Calotta, zucchetto portato dagli ebrei praticanti [N.d.T.].

4 È il giorno di riposo settimanale consacrato a Dio, strettamente obbligatorio secondo la legge mosaica. Inizia il venerdí sera e finisce il sabato sera, comprende diverse cerimonie e vieta ogni attività che implichi lavoro [N.d.T.].

5 Tra gli undici milioni di ebrei destinati allo sterminio da parte del regime nazista, risultavano anche 58 000 ebrei residenti in Italia, censiti nel 1938 dal regime fascista che, quasi certamente, comunicò per via burocratica il dato alle autorità tedesche. In realtà, al 25 luglio 1943, giorno della destituzione di Benito Mussolini dalla carica di capo del governo fascista, gli ebrei che vivevano in Italia (compresi circa 6500 stranieri) erano 40 157. Perché questa differenza di cifre? Il censimento degli ebrei effettuato in Italia dal ministero dell’Interno in data 22 agosto 1938 (anno dell’emanazione della legislazione fascista antiebraica) non venne effettuato secondo il principio dell’appartenenza religiosa, ma in base a criteri razziali. Si inclusero cosí i convertiti ad altre religioni, e i figli non ebrei di matrimoni misti (tra ebrei e non ebrei). La schedatura fu accurata e venne effettuata con l’ausilio di appositi moduli nei quali veniva rilevata anche l’appartenenza del singolo al partito fascista. Le leggi razziste del 1938 produssero discriminazione sociale, licenziamenti, segregazione ecc., e prepararono il terreno alla futura deportazione. Quando l’8 settembre 1943 l’esercito tedesco occupò l’Italia che aveva «tradito» il Patto d’Acciaio, schierandosi con gli alleati, la comunità ebraica aveva subito nuove variazioni (causate da espatri, espulsioni ma anche da nuovi ingressi) raggiungendo i 39 357 presenti. La minaccia della deportazione colpirà tuttavia 33 357 ebrei (poiché 5500 riescono a espatriare in Svizzera e 500 raggiungono l’Italia meridionale, libera dal dominio tedesco e da quello della Repubblica sociale - Rsi). Le fasi preparatorie alla deportazione compiute dai nazisti per la Francia, in Italia non furono necessarie, perché alla data dell’8 settembre 1943 il fascismo aveva già portato a compimento la persecuzione burocratica (schedatura degli ebrei, discriminazione economica e sociale, esclusione dai posti di potere, perdita dei diritti civili e di cittadinanza ecc.). Quanto alle vittime della persecuzione antiebraica, elencate oggi nel Libro della memoria (a cura di L. Picciotto Fargion, Mursia, Milano 1991), gli ebrei deportati dall’Italia furono 6746. Di essi ne morirono 5916 (830 si salvarono e tornarono in patria). A questi, vanno aggiunti 303 ebrei morti in Italia in eccidi, stragi, torture, singole uccisioni e altro.

6 Dopo l’8 settembre 1943, gli ebrei italiani sfuggiti ai rastrellamenti tedeschi, furono colpiti dall’ordine di polizia n. 5 del 30 novembre 1943, emanato dalle autorità della Rsi (vedi nota 7) che prevedeva il loro immediato arresto e internamento, con sequestro dei beni. Mentre si predisponevano prigioni e luoghi di internamento nelle singole province, si decise anche l’allestimento di un grosso campo di raccolta nazionale, in località Fossoli, a pochi chilometri da Carpi, in provincia di Modena.



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